Sabato, 04 Giugno 2011 14:29

Il cardinale Bertone e la sconfitta del terzo B.

Scritto da  Gerardo

"C’è un terzo “B” sconfitto nella primavera italiana. Si chiama Bertone. Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Nel rovescio inglorioso, che colpisce il premier e l’alleato Bossi, affonda anche la politica di sostegno ad oltranza offerta dal Vaticano al sistema di potere berlusconiano."
Con queste parole si apre l'articolo di Marco Politi apparso ne “il Fatto Quotidiano” del 1 ° giugno 2011.




Il cardinale Bertone e la sconfitta del terzo B.
di Marco Politi


C’è un terzo “B” sconfitto nella primavera italiana. Si chiama Bertone. Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Nel rovescio inglorioso, che colpisce il premier e l’alleato Bossi, affonda anche la politica di sostegno ad oltranza offerta dal Vaticano al sistema di potere berlusconiano.

CI SONO STATI , a tratti, moniti sui comportamenti di Berlusconi da parte della presidenza della Cei, a volte critiche più ruvide sono venute dal giornale dei vescovi Avvenire, ma niente ha smosso il segretario di Stato vaticano dalla linea di benevola copertura nei confronti del berlusconismo. Al cambio della guardia tra Ruini e Bagnasco alla presidenza della conferenza episcopale italiana nel marzo 2007, Bertone con lettera ufficiale avocò a sé i rapporti tra Chiesa e governo italiano. “Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche – mise nero su bianco rivolto a Bagnasco – assicuro fin d'ora a vostra eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale”. Compito della Segreteria di Stato, spiegò, è di “intessere e promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i Governi civili”.

In questi anni la “guida” di Bertone non ha mostrato una Chiesa super partes, impegnata nella sua missione pastorale. L’applicazione concreta si è tradotta in un sistematico puntello al Cavaliere qualunque cosa facesse. Da Letizia Noemi a Ruby niente – nonostante qualche lieve, episodica scossa – ha mutato il corso della linea Bertone. Il Vaticano ha chiuso gli occhi sulle violazioni più eclatanti dell’etica pubblica e ha assistito inerte ad una macelleria istituzionale, che continua a stupire le cancellerie delle democrazie occidentali.

PER IMPEDIRE ad un milione di cittadini italiani di stringere un patto di coppia solidale con diritti e doveri garantiti dalle istituzioni, per impedire una legge che desse diritto ai malati terminali di non restare attaccati ad un tubo ad ogni costo, tutto del sistema berlusconiano è stato tacitamente benedetto. E benevolenti sorrisi sono stati riservati ai proclami di fedeltà del premier, frenetico nel ricordare i suoi trascorsi salesiani. “Da parte mia non verrà mai nulla contro il Vaticano”, dichiarò il 10 dicembre scorso, quattro giorni prima del voto di fiducia , guardando negli occhi il salesiano Bertone ad un pranzo con altri nove neocardinali nell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Nell’imbarazzo degli stati d’Europa e d’America una delle più antiche diplomazie del mondo è stata piegata ai disegni di potere berlusconiani. Lo si è avvertito con cruda chiarezza nell’agosto 2009, quando Il Giornale attaccò Boffo. Mentre Feltri massacrava il direttore del giornale dell’episcopato italiano, l’Osservatore Romano criticava pubblicamente la linea di Avvenire in tema di immigrazione, facendo sapere a tutti che i rapporti con il governo erano “eccellenti”. Per pudore Bertone aveva dovuto disdire il pranzo con Berlusconi all’Aquila in occasione della festa della Perdonanza, ma poche settimane dopo all’aeroporto di Ciampino il Cavaliere poteva presentarsi tranquillamente davanti a Benedetto XVI in partenza per Praga, che lo accoglieva con un “che piacere rivederla”.

È stato un collateralismo tenace, quello praticato dal cardinale Bertone in questi anni. Non ha certo giovato al prestigio della Chiesa. Quando l’8 luglio 2010 il segretario di Stato si presentò a casa Vespa per partecipare ad una “cena di compleanno”, organizzata per consentire a Berlusconi di persuadere Casini a rientrare nel suo governo – sotto l’ala protettiva di Santa Romana Chiesa – anche in Vaticano si sentirono diffusi mormorii di critica per l’infelice partecipazione. Alle elezioni i moderati e i cattolici hanno mostrato di andare da un’altra parte, tocca al Vaticano decidere se continuare con la linea Bertone o lasciare che l’Italia possa iniziare a rigenerarsi. Bene sarebbe che anche i vescovi venissero lasciati liberi di captare l’umore dei fedeli.

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